La Presentazione
La natura industriale e post industriale delle società contemporanee colloca l’impresa al centro non solo dell’attenzione culturale e giuridica, ma anche della stessa struttura socio-economica. L’impresa rappresenta, da un lato, la fucina dei valori nei quali viviamo e, dall’altro lato, l’organizzazione attraverso la quale tali valori possono trovare realizzazione, nonché il motore medesimo della nostra storia. Risulta, dunque, evidente che la professione forense debba necessariamente confrontarsi con le realtà d’impresa. Tali realtà non possono essere considerate la semplice somma dei molti ambiti giuridici che le animano e regolamentano, ma devono essere valutate ed osservate anche nella propria autonomia qualitativa che le rende originali e specifiche rispetto ai singoli rapporti, istituti e normative giuridiche.
La professione forense nei secoli ha sempre sviluppato una grande capacità interpretativa del momento storico attuale, adeguandosi prontamente alle trasformazioni sociali, alle nuove esigenze, al mutare dei tempi. Del resto, non potrebbe essere che così. Infatti, è proprio questa professione l’espressione più chiara ed evidente delle modificazioni sociali. Se in passato i singoli avvocati si presentavano come cavalieri solitari di fronte alle controversie giuridiche, oggi l’organizzazione delle imprese costringe a riorganizzare anche la professione forense secondo un modello che recepisce differenziazioni, articolazioni, specificazioni, specializzazioni giuridiche senza tuttavia perdere di vista l’unitarietà, il senso complessivo delle situazioni normativamente regolamentate.
La formalità del rapporto giuridico tende, soprattutto nell’ambito dell’impresa, a lasciare sempre maggior spazio all’informale. L’informale emerge nel rapido aumento dei rapporti internazionali, nel prepotente imporsi di contrattazioni sempre più atipiche, nel ritorno di normative sociali, di usi, di costumi e, altresì, di consuetudini. In sintesi, il diritto tende a lasciare uno spazio sempre più ampio alla realtà sociale ed a recepirne direttamente, con mediazioni spesso deboli, gli elementi normativi. Peraltro, il fenomeno trova ulteriore accelerazione nel progressivo indebolimento della centralità dello stato nazionale, a favore di realtà sovra e trans nazionali, e nel processo di decodificazione normativa, di portata ormai planetaria sia per il diffondersi del modello giuridico anglosassone, sia per l’affermarsi di particolarismi normativi, etnici e localistici.
Come fronteggiare tale divenire? Sicuramente all’orizzonte tramonta il romantico avvocato solitario, per lasciare spazio ad articolazioni organizzate di studi legali e di operatori funzionali e complementari al settore. Un numero sempre maggiore di professionalità tende a convergere nell’operatività quotidiana dell’avvocato ed il servizio da fornire al cliente diviene necessariamente sempre più complesso e frutto di molteplici competenze.
L’Associazione degli Avvocati d’Impresa, dunque, si pone il problema di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze della realtà giuridica e di fornire un servizio sempre più efficiente – efficace alla clientela.
L’organizzazione della nostra associazione non si limita ad una risposta immediata rispetto ad esigenze del singolo operatore giuridico o del singolo cliente, ma si pone sul territorio nazionale come interlocutore omogeneo pronto ad affrontare in modo globalizzato le problematiche di impresa ormai anche esse globalizzate.
Infatti, i nostri soci aderenti operano sul territorio in modo esclusivo: a ciascuno è affidata un’area di competenza e tutti cooperano per un coordinamento nazionale proiettato anche verso la realtà internazionale con spirito universalistico.
Il luminoso obiettivo di una siffatta professione giuridica – globale, omogenea, armonica e dinamica costituisce, esattamente, l’elemento teleologico fondamentale, la ragione essenziale, lo scopo comune cui tendono e aspirano gli archetipi e, soprattutto, le attività concrete e tangibili di tutti i singoli soci aderenti.